Carlo Testa, il saluto a Don Aldo

18.08.2015 15:58 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Carlo Testa, il saluto a Don Aldo
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Ciao Don,

finalmente possiamo parlare un po'. Sempre a dirci "dai a sentuma staseira " "poei veduma" dai che l'uma temp" vedrai che ce la faremo tra i nostri mille impegni quotidiani. Don, non ricordo bene, per caso ti ho mai detto chiesto di fermarti un attimo? - Si si, Carlo me lo hai chiesto nel mese di Maggio scorso quando ci siamo trovati e su mia richiesta mi hai dato le tue opinioni di come avresti voluto fosse il 4 Maggio prossimo a Superga perché quest'anno non ci era piaciuto tanto... Si Don, ricordo bene e so che quel foglio lo custodisci ancora la dove i miei papiri ti raggiungevano sempre... Don Aldo però stona un po' questo discorso, direi che a questo punto dovremmo entrare più nel merito, basta girarci attorno, la cosa è un po più seria. Perché questa cosa Don? Perché adesso? Perché così? Don, caspiterina Perché!? C'è un mondo incredulo qui, che frastornato ti sta chiamando con il cuore in mano quasi te ne fossi andato per sempre! Don dove sei? Ti vedo! Sei davanti alla Lapide degli Eroi! Don sei al Fila! Don stai sposando in Chiesa uno di noi! Stai battezzando uno dei nostri figli! Don ti vedo, stai scrivendo un libro! Don eccoti, stai vegliando un ammalato. Sei in viaggio per andare in un Toro Club a parlare del nostro Toro, sei in Chiesa Don stai facendo messa. Don, lo so, sei a Maen...con i tuoi ragazzi dove giusto che fossi per questo giorno. Si Don ok parla pure, adesso c'è tempo, ti ascolto: " non smettere mai di fare quello che da quando ti conosco hai sempre fatto". Si Padre di tutti noi. E a nome di un Popolo quello Granata, prometto, anche se te ne sei andato in vacanza senza di noi, che porteremo avanti la tua infinita saggezza, l'altruismo, la bontà e la pazienza in ogni dove fosse a raggiungerti fin dove adesso sei. Te lo dicevo spesso e a molti altri che il mio sogno era di andare a vivere in un posto come quello Don "nell'isola che non c'è". Mi hai fregato Don, già ti vedo finalmente a dondolarti disteso sull'amaca, non esagerare però, prepara anche la mia e siccome tempo ne hai...inizia a scrivere un nuovo libro.  Se me lo concedi però, questa volta ti passerei il titolo:  "In nome del Popolo Granata ". Scrivi Don, mannaggia Don scrivi! Per favore fai presto abbiamo bisogno di te.

 

Carlo Testa