Napoli troppo forte, ma quanti errori il Toro

19.12.2016 11:08 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Napoli troppo forte, ma quanti errori il Toro
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Vince il Napoli meritatamente, e questa non è una sorpresa, tecnicamente gli azzurri sono la seconda forza del campionato, stupisce invece, in negativo, il Toro, troppo brutto per quasi 60 minuti, lontanissimo parente di quella squadra che aveva fatto sognare la tifoseria. Toro fuori dalla partita dopo appena 23 minuti, tris di Mertens, con la difesa granata, che in ogni gol non può ritenersi esente da colpe. Schema da calcio d’angolo più che noto nel primo gol, tipico lancio dalla trequarti per il taglio della punta nel secondo, e una specie di amnesia difensiva nel terzo, dopo la splendida parata di Hart, con tutta la difesa che si fa trovare impreparata. Cosa ribadita dal tecnico a fine match, che ha rilevato come i suoi uomini, pur avendo preparato le stesse situazioni durante la settimana, siano riusciti a farsi sorprendere. Quanto alla partita, per tutto il primo tempo i granata sono stati in balia del Napoli, Napoli che potrebbe anche trovare quarto e quinto gol, bravo Hart in due situazioni, e, con la sensazione che ad un certo punto, gli uomini di Sarri abbiano preferito fare accademia, senza cercare di spingere e penalizzare ulteriormente una squadra che non era scesa il campo. Meglio, anzi, molto meglio nella ripresa i granata, ma ci voleva veramente poco ad essere sinceri, un sussulto di orgoglio che era mancato in tutta la prima frazione, anche se bisogna ricordare che la partita era già chiusa, e, il Napoli dava l’impressione di poterla riaccenderla o spegnerla a proprio piacimento. Il 5-3 finale, sposta di poco le considerazioni fatte, non c’è mai stata realmente l’impressione che i granata potessero riagganciare il pareggio. L’unico vero rimpianto dei granata sta in un contropiede, ed eravamo ancora sul vantaggio minimo dei partenopei, sciupato banalmente da Belotti, che ha preferito tirare in porta, da posizione decentrata, e non cercare Zappacosta, che si sarebbe presentato solo davanti a Reina. Con i se, e con i ma, quel gol avrebbe impedito al Napoli di trovare il rigore del secondo, un minuto dopo, e magari anche riaperto la partita, dal punto di vista del gioco, dato coraggio ai granata, fermato le tante sicurezze che gli azzurri stava mettendo sul rettangolo verde.

Ovvio che, da questa partita, la difesa esce a pezzi, ma non è l’unica ad essere sotto accusa, il centrocampo ha prodotto pochissimo, e, l’attacco, se non è ispirato da Belotti, rischia di essere bello solamente sulla carta. Insomma, la questione di quelli che una volta si chiamavano fantasisti, che ora per questioni di modulo giocano sugli esterni, resta sempre di attualità, averli, o non averli, può fare in entrambi i casi le fortune\sfortune di un allenatore. Bravi, bravissimi, quando sono ispirati, negli ultimi trenta metri, rischiano di diventare un peso per la squadra quando si gioca prevalentemente nella propria trequarti. Personalmente sono per i giocatori tecnici, che però devono essere inseriti in un contesto di squadra, non cioè, avulsi dal gioco, e liberi di spegnersi a proprio piacimento. Non ho mai capito l’egoismo della punta, figurarsi del trequartista o del fantasista. Tornando ai nostri, sotto accusa sono finiti anche Ljajic e Falque. Del primo ho già detto, e confermo, che dal punto di vista tecnico è il miglior giocatore del Torino di questi ultimi venti anni, è anche vero, che è piuttosto atipico, vuole il pallone sempre tra i piedi, rischia sempre più del dovuto, quasi mai cerca la cosa più facile e produttiva, ed è di difficile collocazione nel contesto di una squadra. C’è anche da dire, che il bilancio delle partite di Adem nel Torino è ampiamente positivo, deve però capire, ed in questo il più grande di tutti, cioè, Maradona era un maestro, che si può essere l’uomo squadra in modo diverso, giocando per i compagni, chiedere a Careca o Giordano per ulteriore conferma, senza perdere le capacità tecniche, quelle caratteriali ed umane che contraddistinguono ogni giocatore. Quanto a Falque, tecnicamente non si discute, tatticamente lo ritengo indispensabile, anche se posso concordare con la spiegazione tattica fornita da Mihajlovic a fine match, forse non sta attraversando dal punto di vista fisico il suo momento migliore, bisogna avere paziente e recuperarlo.

Chiudo con due righe su Barreca, ci sta che un ragazzo di 21 anni, alla sua prima esperienza da titolare nella massima serie, possa sbagliare qualche partita, tra le tante fino al gol “incriminato” di Higuain era stato tra i migliori del Toro, mentre quella di Napoli è stata la sua peggiore prestazione in granata. Bisogna stare tranquilli, dargli il tempo e lo spazio di crescere, il che significa non solo migliorare tecnicamente e tatticamente partita dopo partita, ma anche sbagliare alcune prestazioni. Il ragazzo c’è tutto, bisogna continuare a dargli fiducia, e non cadere nella tentazione di dire e sottolineare anche le virgole, in negativo, delle sue prestazioni, in questo modo c’è solo il rischio di perderlo per strada, e non sarebbe il primo. Tra due anni, se continua a lavorare con serietà ed impegno, e non ho dubbi a proposito, questo sarà il miglior terzino sinistro italiano, e, se anche cosi non fosse, sarebbe sempre un gran giocatore per il Toro, se poi le due cose coincidono, meglio.