L’intervista impossibile a Federico Balzaretti: me ne andai dal Toro per pigrizia

09.04.2015 16:38 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Gianluca Domenici, cantautore viareggino ed editore enogastronomico
L’intervista impossibile a Federico Balzaretti: me ne andai dal Toro per pigrizia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Domenica si gioca Torino - Roma.

Federico Balzaretti, in maglia giallorossa, torna in campo contro la sua ex-squadra, quella granata, quella che lo ha fatto esordire nel calcio che conta.

Lo diciamo subito: questa è un’intervista che avremmo potuto fare a Federico Balzaretti, ma che, in realtà, non abbiamo realizzato proprio per divertirci in un gioco virtuale.

Quale? Quello di stilare le sole domande, aggiungendo, in contumacia, risposte di pura e sana fantasia.

Vediamo cosa ne viene fuori da questa improbabile ‘intervista impossibile’.

Buongiorno Balzaretti, cosa ne pensa della sua ex-squadra, il Toro?

Beh, Ventura sta facendo molto bene. E il clima sembra tornato sereno anche nella tifoseria, tifoseria che io adoro.

Ma come! Ma se non fanno altro che fischiarla ad ogni sua apparizione!

Già, è vero. Ma non so come mai…

Glielo ricordo io come mai: dopo il fallimento del Toro, 10 agosto 2005, lei non perse tempo e nel giro di 5 giorni si accasò subito, a parametro zero, con gli odiati cuginastri bianconeri…  

E quindi?

Successe un putiferio. Ricordo ancora alle bancarelle dello stadio (ed indossate in Maratona) le migliaia di magliette granata con su scritto “Balzaretti gobbo infame.

Permalosi certo i tifosi eh…

Permalosi? All’epoca, dalla tifoseria granata, lei era visto come un idolo, era già il capitano, e impersonava la figura di un giocatore nato nelle giovanili del Toro che avrebbe potuto rappresentare “il futuro” del Toro.

Ah, sì, forse è per quello che mi fischiano. Ma io ero in buona fede.

In che senso?

Lo confesso: sono un pigro di natura e proprio per questo, in quel periodo, non avevo nessuna voglia di traslocare, prendere il mobilio del mio appartamento e portarlo lontano. I traslochi, si sa, sono sempre fattori di forte stress. Così, volli rimanere nella mia comoda casa di Torino. Ecco perché presi quella decisione.

Va beh… ci dica allora cosa si ricorda della successiva esperienza con l’altra squadra di Torino.

Bellissima! Vincemmo lo scudetto il primo anno che arrivai!

No, guardi che si sta sbagliando: lo scudetto 2006 vi venne poi revocato e fu assegnato all’Inter.

Ah, peccato… non lo sapevo. Però che libidine l’anno successivo…

Perché?

Beh, l’anno dopo spopolai in bianconero, segnai ben due reti contro due grosse compagini. E giocai la bellezza di 37 partite in campionato!

Balzaretti… non vorrei deluderla ancora ma quell’anno, lei, lo fece in serie B… E le due ‘grosse compagini’ cui fece rete furono Crotone e Albinoleffe…

Ah. Ho capito. Però, almeno l’anno dopo tornammo in A.

Sì è vero. Peccato però che la società bianconera la scaricò in estate, prima dell’inizio del campionato.

Va beh dai… Non infierisca così su di me. La vita, d’altro canto, ci pone sempre di fronte a dei bivi. Io, forse, quella volta che passai troppo in fretta sull’altra sponda del Po, in effetti… sbagliai strada…

Bravo Balzaretti. Un atto di onestà il suo. Quindi, a distanza di anni, è disposto a ricucire con la tifoseria granata ammettendo l’infausta scelta?

Certo. Se potessi tornare indietro nel tempo, farei una bella cosa.

Ci dica quale.

Vorrei rigiocare quel campionato 2005/2006 nelle fila del Toro. Vorrei che da lì in poi il mio nome fosse diventato importante come quello dei grandi giocatori che hanno indossato la gloriosa maglia granata. E vorrei ancor oggi giocare qui, nel Toro. Anche perché…

Anche perché?

Anche perché se fossi rimasto tutti questi anni nel Toro, mi sarei evitato tutti i traslochi dalle case di Torino a quelle di Firenze, Palermo e Roma. Guardi, ho sempre il mal di schiena per tutte quelle scale fatte con in mano sacchetti, valige, comodini e suppellettili.

 

Gianluca Domenici