ESCLUSIVA TG – Padovan: “Il Torino deve scoprire un nuovo metodo di gestione delle proprie forze”

09.10.2014 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Padovan: “Il Torino deve scoprire un nuovo metodo di gestione delle proprie forze”
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© foto di Federico De Luca

Giancarlo Padovan è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Padovan, giornalista e commentatore sportivo e attuale direttore dello sport di Agon Channel, abbiamo parlato dell’avvio di stagione del Torino.

 

Il Torino non aveva cominciato al meglio il campionato nonostante il pareggio con l’Inter poi si era ripreso, ma a Napoli sul piano del gioco ha fatto un passo indietro. Una battuta d’arresto in un percorso di crescita oppure un problema endemico?

“E’ presto per dire se sia un problema endemico, credo che sia una battuta d’arresto fisiologica. Innanzitutto bisogna ricordare che il Torino aveva giocato giovedì e questo ha sottratto molte energie fisiche e parecchio di quelle nervose. Come seconda considerazione la partita di Napoli non è stata positiva, ma ritengo il Napoli oggettivamente superiore al Torino e anche in un miglior momento. Infine al Torino non si può chiedere di fare l’impresa tutte le partite perché se ci riuscisse probabilmente sarebbe in un’altra posizione in classifica e a questa squadra si chiederebbero altri obiettivi. Penso che il Torino stia compiendo un percorso, che si augura di crescita, anche se le battute d’arresto non sono crescita, però è un percorso, normale, logico, prevedibile e soprattutto controllabile di una squadra che comunque quest’anno sta giocando su due fronti e poi arriverà anche il terzo, quindi è una squadra che deve scoprire un nuovo metodo di gestione delle proprie forze”.

 

Il Torino è Gazzi e Quagliarella dipendente?

“Secondo me no e neppure secondo Ventura che non vuole sentire la parola dipendenza legata a un giocatore. Il Torino deve essere dipendente dal collettivo, ma il problema è che non ci siamo ancora perché nel calcio ad alti livelli basta che uno o due elementi non diano il massimo e già la prestazione collettiva ne risente, in quanto le squadre sono fatte di un tessuto connettivo tale per cui non può permettersi che da una parte arrivi energia e sangue e dall’altra no. I giocatori del Torino a Napoli non stavano tutti bene e se Ventura ha scelto un’alternanza è perché aveva visto Gazzi spremuto, poi quando le partite vanno male si cerca di rimetterle in piedi in qualche maniera e alle volte non sempre nella maniera più logica, cioè ci si chiede come mai non ha effettuato prima la sostituzione? Come mai non si è giocato con un determinato calciatore dall’inizio? Ma gli allenatori ci sono proprio per questo perché sanno quanto i giocatori possono dare e in quale momento”.

 

Padelli non ha reso quanto l’anno scorso e Gillet quando ha preso il suo posto ha sempre fatto la differenza. La difesa della porta del Torino è appannaggio del belga oppure è ancora possibile un recupero da parte di Padelli, magari alternandosi con il collega?

“Se c’è un’alternanza possibile e credibile è quella uno in campionato e l’altro in Europa League, secondo me. Io però non sono per le alternanze, ma per una scelta e credo che Padelli, dopo il campionato che ha disputato l’anno scorso, abbia il diritto di rigiocarsi la chance da titolare. Poi sceglierà Ventura, ma una scelta va fatta e non vanno portati a estreme conseguenze questi avvicendamenti perché sono deleteri”.

 

I granata che cosa potranno fare in campionato? In Europa stanno facendo bene, ma l’obiettivo principale è quello di riuscire a partecipare all’Europa League anche il prossimo anno, quindi piazzandosi al sesto posto in campionato?

“Per me il Torino non ripeterà il campionato dell’anno scorso, non arriverà al sesto posto e credo che sia giusto fare professione di realismo da una parte e di umiltà dall’altra dicendo che se si vuole andare avanti nelle due competizioni in maniera dignitosa o anche più che dignitosa, orgogliosa e intelligente bisogna pensare che quest’anno il campionato non può essere di vertice, come lo è stato quello dell’anno scorso. Questo perché si gioca su due fronti, si spendono energie e la coppa fa gola poiché si vince in campo internazionale: Le stagioni non sono uguali fra loro e questa per il Torino è particolarmente difficile e la squadra, secondo me, deve realisticamente badare al raggiungimento della quota quaranta punti in modo molto sereno e poi vedere a quel punto se è ancora in Europa League provare a fare il grande colpo che sarebbe qualche cosa di straordinario arrivare per i granata ai quarti o alle semi finali o anche in finale oppure se fosse uscito dalla coppa cercare di ripetere con uno sprint dei suoi, poiché il Torino è una squadra che fa molto bene gli sprint finali, di conquistare un posto utile in campionato per riaccedere all’Europa League. Cosa che gli è riuscita l’anno scorso grazie all’essere una squadra molto competitiva nonostante, lo ricordo sempre, siano partiti dei giocatori importanti, perché Cerci e Immobile non ci sono più. Il Torino ha realizzato l’anno scorso un capolavoro raggiungendo un risultato tecnico eccellente combinato a un risultato economico altrettanto eccellente. Ecco perché una stagione così non si può ripetere secondo me”.