ESCLUSIVA TG – Ferrante: “Il Torino è più quadrato dell’anno scorso. Baselli è la chicca di mercato”

13.08.2015 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Ferrante: “Il Torino è più quadrato dell’anno scorso. Baselli è la chicca di mercato”
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Marco Ferrante è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ferrante è un direttore sportivo e ha da poco inaugurato una sua scuola calcio la “Marco Ferrante Soccer School” (http://www.marcoferrantesoccerschool.it) che ha sede in coso Allamano 125 a Grugliasco, comune confinante con quello di Torino. Da giocatore ha militato nel Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all’Inter. Con lui abbiamo parlato delle prospettive degli attaccanti e della squadra per la prossima stagione.

Quagliarella, Maxi Lopez, Martinez e Amauri e un altro attaccante che arriverà, come le sembra il reparto offensivo del Torino?

“Se Maxi Lopez raddoppierà il numero dei gol che ha segnato l’anno scorso in campionato (nove, ndr) da quando a gennaio è arrivato al Torino, e la cosa è fattibile, sarebbe già un bel bottino. Se poi Quagliarella dovesse ripetersi (dieci gol, ndr) e se gli altri tre attaccanti segnassero quindici reti allora si raggiungerebbe un bel bottino (quarantatré, ndr). Anche perché le squadre di Ventura non subiscono mai tanti gol, forse solo lo scorso campionato il Torino ne ha incassati qualcuno in più delle stagioni precedenti, la difesa è la migliore arma e da questo punto di vista il Toro è ben organizzato. Detto questo, diventa quindi importante trovare la quadra davanti, con la speranza che si ripetano Quagliarella e Maxi Lopez e poi c’è da dire che Martinez ha un anno d’esperienza nel nostro campionato e forse quest’anno riuscirà a segnare con più facilità e Amauri se, come mi auguro, potrà giocare di più è molto probabile che possa segnare un numero maggiore di gol, perché l’Amauri che abbiamo visto nelle ultime stagioni non è, passatemi il termine, quello vero. Giocando più minuti e non entrando solo in quelli finali o nell’ultima mezz’ora Amauri non dico che centri la porta ogni domenica, però dieci-undici gol in serie A li può ancora fare. L’attaccante per segnare deve giocare con una certa continuità, di quelli che entrano nel finale e fanno i salvatori della patria ne ho visti pochi, forse in passato l’unico che è riuscito a ricoprire questo ruolo è stato Massaro del Milan, ma quelli come lui sono casi che si vedono raramente”.

In queste ultime ore sembra che Belotti sia molto più vicino a vestire la maglia granata di Hernandez, è l’attaccante che serve?

“Sì, Belotti può completare l’attacco del Toro, però bisogna capire se è quello giusto per lo spogliatoio. Mi spiego, prenderlo comporta un esborso finanziario importante per la società e di conseguenza il ragazzo deve mettersi in evidenza. Essendoci già Quagliarella e Maxi Lopez, che sono due punti cardine, non vorrei che poi si rompessero un po’ gli equilibri perché poi tutti vogliono giocare, ma in campo possono andarci solo in due per volta e si sa chi sono i due titolari, almeno per l’inizio della stagione. Nei grandi club il posto in campo non è sicuro per nessuno, non lo sarebbe per Quagliarella e Maxi Lopez e neppure per Belotti o Hernandez, per questo dico che prima tutti devono accettare che nessuno è titolare e se si riesce in questo si può fare il grande salto. Se, invece, qualcuno non lo capisce e si parte dal presupposto che i due inamovibili sono Quagliarella e Maxi Lopez allora chi dovrebbe arrivare potrebbe avere qualche titubanza perché non sa se poi giocherà. Chi arriverà, almeno inizialmente, rischia di restare in panchina e se viene con idee diverse allora potrebbero esserci dei problemi, anche se Ventura è un maestro nel tenere alti gli equilibri dello spogliatoio”.

Il Torino ha cambiato molti giocatori a centrocampo, Baselli potrebbe essere l’uomo che mancava l’anno scorso e che oltre a impostare il gioco offensivo può segnare un discreto numero di gol?

“Immettere ogni anno dei pezzi nel mosaico e per di più giovani di prospettiva vuol dire che si sta facendo un grande investimento dal punto di vista dell’età e della qualità. Quelli arrivati al Torino sono giovani che s’inseriscono a fari spenti, ma che possono fare gol e in serie A ce ne sono pochi. Sono contento che il Torino abbia preso questi giovani, in particolare Baselli, e credo che siano acquisti mirati e voluti da Ventura. Baselli è un nazionale Under 21 ed è candidabile alla nazionale maggiore, sa segnare e ha un peso specifico in mezzo al campo, lui è la chicca di questo mercato del Toro, anche gli altri club hanno applaudito a quest’acquisto. Penso che quest’anno la squadra sia molto più quadrata dell’anno scorso. La passata stagione l’approdo in Europa League è svanito per un soffio, forse perché è stata sbagliata qualche partita nel finale, ma tutto serve a fare esperienza nella vita e si spera che quest’anno si sbagli un po’ di meno, però nonostante tutto anche l’anno scorso il Toro ha disputato un grandissimo campionato”.

Se il Torino riuscisse a trattenere Maksimovic e Peres e arrivasse l’attaccante giusto la squadra potrebbe competere per il quinto posto in modo da tornare in Europa League?

“Ci vuole umiltà perché ogni anno non sarà mai come quello precedente o quello di due stagioni prima. Quest’anno al Torino ci sono tanti giocatori nuovi che devono capire il metodo di gioco di Ventura, assicuro che la cosa non é facile e ci vuole tanto spirito di sacrificio, in più devono capire che cosa significa indossare la maglia del Toro e si deve vedere come inizia in termini di punti il campionato, se tutto questo filerà liscio, secondo me, non ci dovrebbero essere grossi problemi, anche se le altre squadre si sono attrezzate. Il Genoa è una buona squadra, la Sampdoria, anche se ha fatto uno scivolone nei preliminari d’Europa League ed è stata eliminata è anche lei ben attrezzata, la Fiorentina sta disputando un precampionato da urlo, sono tante le squadre che possono competere per la volata che porta all’Europa League, però le chiacchiere stanno a zero, i giocatori sono importanti, ma è sempre il campo che emette i decreti. Tutti siamo bravi nell’allestire una buona squadra o pensare che la squadra sia perfetta, ma è solo il campo a dire la verità: se si è all’altezza, se si è migliorato rispetto all’anno scorso oppure no. Per capire un po’ di più il valore del Torino e di tutte le squadre bisognerà attendere le prime dieci partite”.

Parlando di lei, come vanno la sua scuola calcio e i campi estivi?

“La scuola calcio e i campi estivi stanno andando molto bene, ci sono stati riscontri molto positivi a Torino e abbiamo tutte le categorie dal 2004 al 2010 e quest’anno disputeremo i primi campionati. Per me tutto questo è motivo di soddisfazione ed emozione, anche perché è un mondo nuovo e posso dire che quando si sta con i bambini piccolini è affascinante insegnargli i trucchi del mestiere e far capire loro come diventare un calciatore, non è facile, ma bellissimo. Io punto molto all’educazione calcistica dei genitori perché non devono mettere tensione ai loro figli poiché a quest’età lo sport deve essere divertimento, socializzazione e un discorso motorio e, non mi stanco mai di dirlo e ripeterlo, soprattutto divertimento. Poi se il Signore metterà una mano in testa ai bambini e li farà diventare calciatori allora la storia sarà diversa, avendo però avuto la fortuna di aver incontrato istruttori, educatori e insegnati qualificati il compito è agevolato”.

Far crescere i ragazzi nei vivai italiani va in ottica futura vista la riforma sulle rose che partirà a pieno titolo dalla prossima stagione?

“Ed è giusto che sia così, purtroppo ci siamo svegliati un po’ tardi, era una cosa che doveva essere fatta dieci anni fa. Oggi i settori giovanili non dico che siano delle scatole vuote, ma quasi, i presidenti di serie A non hanno tutto questo interesse nel far crescere un bambino prendendolo da fuori provincia come accadde a me quando avevo tredici anni. Forse per le società è più vantaggioso economicamente prendere un ragazzo già formato a diciotto anni, si abbattono i costi, ma avremo sempre meno giocatori italiani in Nazionale e ne abbiamo la dimostrazione, tanti sono stranieri o non sono nati in Italia. Con questa riforma forse qualche cosa sta cambiando, lo spero per i bambini altrimenti anche le scuole calcio non avrebbero più senso d’esistere e quindi mi auguro soprattutto che la riforma abbia continuità”.