ESCLUSIVA TG – Diana: “A Palermo mi aspetto un Torino che giochi come ha fatto con Roma e Fiorentina”

13.10.2016 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
ESCLUSIVA TG – Diana: “A Palermo mi aspetto un Torino che giochi come ha fatto con Roma e Fiorentina”
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© foto di Federico De Luca

Aimo Diana è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Diana ha giocato nel Torino dal 2008 al 2010 e poi nella stagione 2010-2011 e in precedenza nel Palermo dal 2006 al 2008, attualmente è un allenatore. Con lui abbiamo parlato della prossima partita fra granata e i rosanero.

Il Torino, come dice Mihajlovic, non può più fare passi indietro affronterà il Palermo che fra le squadre in fondo alla classifica sembra la più forte. Secondo lei, che partita sarà?

“La partita sarà difficile, ma è giusto che Mihajlovic abbia un atteggiamento positivo perché viene da risultati importanti con Roma e Fiorentina e il Torino vive anche di dichiarazioni e di positività, quindi, sono certo che andrà a Palermo per vincere la partita in quanto sono convito che i granata qualitativamente siano tra le prime otto squadre del campionato. Indubbiamente il Torino è superiore al Palermo, però, i rosanero in questo momento sono in fase di forte crescita ed è per questo che non sarà assolutamente facile affrontarli perché De Zerbi sta cercando di dare alla squadra, che era in palese difficoltà prima del suo arrivo, la sua mentalità e poi il Barbera è sempre uno stadio difficile dove andare a vincere. Il Torino, però, ha qualità e se è vero che i rosanero hanno Nestorovski, che sta facendo bene, i granata rispondono con Belotti, che sta vivendo un periodo estremamente positivo, anche mentalmente. Sono convito che tra Palermo e Torino sarà una partita molto aperta e la squadra di Mihajlovic è leggermente favorita per la vittoria”.

Chi l’ha impressionata finora di più nel Palermo?

“Senza parlare per forza di Nestorovski che segnando può essere facilmente individuato fra i migliori, dall’arrivo di De Zerbi mi ha impressionato la difesa che sta prendendo pochi gol, a Bergamo nessuno, nell’ultima partita con la Sampdoria solo in pieno recupero e anche con la Juventus ha perso subendo una sola rete. Il Palermo, quindi, è una squadra in crescita anche a livello difensivo”.

E nel Torino?

“Nel Torino tutti stanno facendo molto bene anche Iago Falque che pensavo fosse un giocatore di difficile collocazione in campo e, invece, Mihajlovic ha saputo valorizzarlo impostando il gioco basandosi sulla tecnica, ma anche sulla sostanza con poche chiacchiere e tanta corsa. Forse è il giocatore che incarna meglio lo spirito Toro”.

Anche il Torino con Hart in porta sta trovando un suo assetto e l’equilibrio difensivo, pur prendendo ancora gol evitabili. La difesa granata è già sufficientemente forte per reggere il tridente offensivo formato da Falque, Belotti e Ljajic?

“Ci vuole tempo per assemblare la difesa e su Hart basta dire che è il portiere della Nazionale inglese e che ha giocato nel Manchester City per tante stagioni, è uno che non si discute e penso che il Torino l’abbia preso per fare la differenza e la sta facendo. Il portiere in una squadra conta tantissimo e averne uno del livello di Hart anche per i difensori è un fattore in più. Il Torino per tanti anni con Ventura ha giocato a tre in difesa e adesso con Mihajlovic è passato a quattro ed è difficile cambiare la mentalità perché i movimenti sono diversi e di conseguenza ci vuole tempo per assimilarli, ma sono convintissimo che possa reggere il tridente formato da Falque, Belotti e Ljajic. Ho visto qualche partita del Torino ed effettivamente in alcune occasioni i gol subiti si potevano evitare come ha detto Mihajlovic, ma ripeto, i movimenti diversi della difesa schierata a quattro vanno assimilati e per questo serve tempo per lavorarci. Mihajlovic da calciatore era un difensore e, quindi, è la persona adatta per insegnare a oliare i movimenti, ma evidente che giocando con il tridente in attacco qualche cosa in fase difensiva viene trascurato. Falque, Belotti e Ljajic fanno un’ottima fase offensiva e aiutano in quella difensiva, ma non possono farlo per novanta minuti. Sono convinto che il Torino complessivamente sia una squadra formata molto bene e quest’anno veramente può dire la sua perché lo vedo più concreto rispetto all’anno scorso quando con Ventura si basava sul possesso palla e sul gioco d’insieme, mentre adesso con Mihajlovic si cerca di arrivare vicino alla porta avversaria prima possibile con pochi passaggi. Anche a Palermo mi aspetto un Torino che giochi come ha fatto con la Roma e la Fiorentina”.

Il centrocampo del Torino forse è il reparto che finora ha lasciato qualche perplessità e non ha ancora dato del tutto l’equilibrio necessario. Lei che cosa ne pensa?

“Ma certo, è ovvio che alcuni giocatori fatichino perché, ad esempio, Valdifiori praticamente ha passato un anno in panchina nel Napoli e, quindi, ha un po’ di ruggine e ci sta che debba ritrovare un po’ di fiducia poiché è passato dall’essere un fenomeno nell’Empoli a essere un panchinaro nel Napoli e adesso si ritrova con l’incombenza di essere un faro e, credetemi, non è facile. Sicuramente il Torino a centrocampo deve trovare ancora gli automatismi, ma sono convinto che appena Valdifiori ritroverà tutta la sua personalità e la condizione verrà fuori e farà quanto ci si aspetta da lui. Nel reparto ci sono giovani molto bravi come Benassi e Baselli e avendo diversi calciatori importanti quando entrano possono fare la differenza e poi c’è Acquah che è un giocatore di forza. Quando il Torino giocava con il 3-5-2 e aveva due ali che proteggevano la difesa ed era più semplice, mentre adesso avendo tre attaccanti da supportare è diversa la maniera d’interpretare il ruolo di centrocampista. Sarà sicuramente importante il lavoro di Mihajlovic e Valdifiori avendo giocato nel 4-3-3 di Sarri può essere avvantaggiato”.

Per concludere, lei in estate era il tecnico del Pavia poi per vicende societarie tutto è cambiato. Continua la carriera da allenatore?

“Sono stato purtroppo una ventina di giorni a Pavia e nel frattempo le altre società hanno sistemato la questione allenatore, quindi adesso sto aspettando un’opportunità e intanto frequento insieme a tanti altri, tra i quali De Zerbi e Martuscello, il Master a Covervciano per allenare anche in serie A. Mi aggiorno, vado ad assistere agli allenamenti di altri colleghi e vedo partite. Il mondo degli allenatori è un po’ una giungla perché siamo sempre più numerosi, mentre le squadre diminuiscono e le società serie anche e di conseguenza non è facile trovare un progetto. L’anno scorso ho disputato una bella annata con la FeralpiSalò arrivando ottavi in Lega Pro, purtroppo quest’anno sono rimasto vittima di ciò che è successo a Pavia e quindi sono in attesa e, come dicevo, mi aggiorno e imparo”.