ESCLUSIVA TG – Damascelli: “Cairo deve dare a Ventura il jolly vincente”

13.07.2014 08:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
ESCLUSIVA TG – Damascelli: “Cairo deve dare a Ventura il jolly vincente”
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Tony Damascelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Damascelli, giornalista de “Il Giornale”, abbiamo fatto il punto sul mercato del Torino.

 

Il Torino ha mantenuto in difesa chi già c’era con qualche nuovo innesto, mentre a centrocampo e in attacco è stato modificato parecchio e lo sarà ancora di più alla chiusura del calciomercato. Che impressione si è fatta dei granata?

“Innanzitutto nel Torino c’è una garanzia che si chiama Ventura. Quest’allenatore non è uno spacciatore di football, ma è un maestro, docente di calcio, la mia non è né cortigianeria né piaggeria perché lo dimostrano i fatti. E’ un animale raro in via d’estinzione Ventura, perché non si presta mai alle polemiche pur essendo un uomo di passione, basta vedere come segue le partite, ma nel prima e nel dopo torna ad essere una persona assolutamente normale non struggendosi e non straziando chi lo ascolta e questo è un segnale molto importante per l’ambiente, lo spogliatoio e la squadra. Infatti, avere a che fare con un allenatore che è un grande professionista è un atout in mano a Urbano Cairo.
La campagna acquisti del Torino dipende molto da Cerci perché la sua partenza priverebbe la squadra di quella soluzione tattica oltre che tecnica molto importante che ha cambiato molte partite, non soltanto certi risultati e non da ultimo in occasione del rigore a Firenze sbagliato da Cerci che poteva costare carissimo al Torino, se non ci fosse stata la sentenza sul Parma. E’ chiaro però che Cerci deve fare i conti con la propria carriera e il proprio futuro così come Cairo farà i conti con il bilancio della società. Cairo è molto attento ai denari, sta spendendo molto per La 7 e mi auguro che spenda altrettanto per questo Toro che ha bisogno di crescere e di non essere più una premessa e una promessa, ma diventare una cosa più definita. Per questo dico che mi auguro che Cairo abbia la stessa sensibilità nei confronti della squadra di calcio che ha nei confronti della sua azienda di comunicazione, che a livello di conti va benissimo, quindi auspico che abbia gli stessi risultati con il Torino.
Non mi piace molto - sono sempre abbastanza polemista oltre che polemico - la campagna abbonamenti granata intesa come pubblicità della campagna abbonamenti, perché è formata da una serie di slogan a effetto che piacciono sì alla pancia dei tifosi, che sono poi gli acquirenti, ma che rischia di diventare un boomerang se malauguratamente la squadra non ottenesse i risultati sperati. Questo non riguarda solo il Torino, infatti, ci sono molti club che invitano i tifosi ad abbonarsi esattamente come fanno certi teatri che promettono di avere in cartellone determinati protagonisti e poi quando ci si reca a teatro si scopre che gli attori promessi in cartellone non ci sono più perché hanno cambiato compagnia teatrale e questo non è molto bello. Oggi il tifoso del Torino sa di avere Cerci e probabilmente Quagliarella, ma nel caso in cui dovesse partire Cerci e non dovesse arrivare Quagliarella il titolo dell’abbonamento in sottoscrizione sarebbe da cambiare”.

 

Sostituire Cerci, per le caratteristiche tecniche che ha e il tipo di gioco che può essere sviluppato con lui, non è per nulla facile. Il Torino riuscirà a superare questo problema?

“Non è mai facile sostituire uno bravo, soprattutto un ragazzo che è arrivato alla Nazionale, non dimentichiamo che tutti dicono che Zeman ha portato in Nazionale Insigne, Verratti e anche Immobile, in verità è Ventura ad aver portato in Nazionale Ciro Immobile, che con lui è maturato tantissimo, e Cerci ed erano due calciatori che venivano da situazioni a Genova e a Firenze non proprio felicissime e non possiamo scordare anche Darmian. Solo che Ventura non gode della stessa pubblicità, della stessa vetrina di cui godono altri personaggi e interpreti del nostro calcio, ma questo va a suo onore. Se il Torino non trovasse un sostituto di Cerci con la stesse qualità e caratteristiche potrebbe anche cambiare il disegno tattico. Uno dei giochini della Settimana Enigmistica è unire i puntini dall’uno al quarantadue e l’allenatore deve unire i giocatori dal due all’undici, anche se oggi i numeri delle maglie sono differenti, quindi si può cambiare modulo e passare dal 3-5-2 a una soluzione tattica diversa. Ad esempio, con un centrocampista in meno e con un esterno in più, che non avrà le caratteristiche di Cerci, ma che potrebbe avere una predisposizione alla fase difensiva superiore o migliore o più completa di quella che ha Cerci. Ventura è capace in questo e ci mancherebbe altro con la sua esperienza di allenatore l’ha già fatto in altre occasioni dimostrando più volte di saper cambiare. Io sono contro quello che definisco per gioco, ma fino ad un certo punto, il kamasutra tattico, quella che m’interessa è la prima posizione vale a dire saper giocare a pallone. Oggi spesso e volentieri si è persa questa qualità in funzione della potenza, della velocità e del dinamismo. Se queste tre caratteristiche, importantissime nel football moderno, sono supportate dalla qualità, dalla capacità tecnica e dalla raffinatezza nella giocata è ancora meglio, quindi nel caso della partenza di Cerci ritengo che Ventura, e l’ha già fatto capire, avrà altre soluzioni tattiche che comporteranno un diverso sviluppo del gioco, nell’ottica della migliore definizione del gioco stesso. L’eventuale arrivo di Quagliarella porterà ovviamente a un tipo di fase offensiva totalmente diversa dalla precedente. Quagliarella con Antonio Conte ha migliorato il proprio bagaglio tattico e c’è da dire che Ventura e Conte vengono paradossalmente da due città diverse, l’uno Genova e l’altro Lecce, ma entrambi avuto la stessa esperienza nella medesima città e nella stessa squadra: il Bari. Tutti e due con quella squadra hanno offerto un grandissimo football che nessuno prima di loro o dopo è riuscito a fare”.

 

Parlando dell’attacco oggi il Torino ha Larrondo, Barreto e Martinez, senza contare Cerci e forse avrà Quagliarella. Sarà sufficiente?

“Barreto più di quello che abbiamo visto non può fare, i limiti si conoscono e oltre a questo livello non va, che è un livello di categoria. Larrondo arriva invece da una stagione sfortunata a causa degli infortuni che verso la fine ha superato. Martinez invece non lo conosco. Lo stile potente, prepotente e caracollante d’Immobile, che si muove un po’ a destra e un po’ a sinistra mi ha sempre ricordato un altro granata del passato: Walter Schachner. Pur non conoscendo Martinez torno alla premessa che avevo fatto ossia che Ventura è uno che sa modellare i calciatori e non soltanto il disegno tattico, ma proprio come maestro, quindi non mi meraviglierò se fra tre o quattro mesi questo calciatore, al momento sconosciuto, fosse definito e in via di maturazione. Questo può accadere.
Non so cosa intende Cairo quando dice che se non arriva Quagliarella hanno subito una soluzione alternativa. Mi auguro che questa soluzione alternativa sia di livello perché Immobile è un Nazionale che è andato a giocare nel Borussia Dortmund, Quagliarella viene dagli scudetti della Juventus ed è un giocatore ben definito, quindi auspico che a Ventura sia messo a disposizione un giocatore già fatto”.

 

Vista la colonia di sud americani, gli altri nuovi innesti e chi è andato via o chi andrà, questa squadra è già pronta per affrontare positivamente l’Europa League?

“Non so rispondere a questa domanda e non può farlo nessuno nemmeno Ventura, perché nessuno sa cosa accadrà alla fine mese né sul fronte del Torino né su quello degli avversari. Questo non è un modo pilatesco di rispondere, è la verità. Il calcio molto spesso noi giornalisti e anche i tifosi lo riduciamo a un gioco di società e lo abbiamo visto nel Mondiale che un solo giocatore può decidere un risultato, una qualificazione o un’eliminazione. Mi porto avanti con il lavoro e dico che da oggi al trentuno di questo mese Cairo porti a casa quegli elementi o quell’elemento che potrebbe dare sicurezza e garanzia, una sorta di jolly importante che faccia passare il turno al Toro e che renda tutti più tranquilli”.