ESCLUSIVA TG – Cazzaniga: “Hart? Preferisco i portieri italiani, ma è bravo e bisogna dargli tempo”

15.09.2016 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
ESCLUSIVA TG – Cazzaniga: “Hart? Preferisco i portieri italiani, ma è bravo e bisogna dargli tempo”
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Romano Cazzaniga è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Cazzaniga è stato portiere del Torino dal 1975 al 1978 e poi è divenuto allenatore dei granata prima come secondo di Rabitti e poi come titolare nella stagione 1980-‘81 raggiungendo il nono posto in campionato e la finale di Coppa Italia, persa ai rigori contro la Roma. Attualmente allena il Roncello che milita nel campionato di Seconda Categoria Monza Brianza girone T. Con lui abbiamo parlato di Hart e del Torino.

Erano anni che il Torino non aveva un portiere di livello, che cosa pensa di Hart?

“Io sono per i portieri italiani e non riesco a capire perché si va a cercare all’estero i portieri poiché siamo la Nazione che storicamente vanta i migliori portieri del Mondo. In generale i portieri stranieri non sono più bravi di tanti che militano anche in serie B o persino in Lega Pro. Senza dubbio, però, Hart è un buon portiere, infatti, è il titolare nella Nazionale inglese”.

Non negli ultimi anni forse con la sola eccezione di Gillet, ma il Torino ha avuto tanti portieri di alto livello.

“E’ vero senza ombra di dubbio da Vieri a Castellini, da Sentimenti a Bacigalupo, da Marchegiani a Gillet, che ho allenato nel Monza ed era un ottimo portiere, e adesso Hart. L’inglese è un buon portiere e ci sta che domenica con l’Atalanta abbia sbagliato l’uscita, è un errore che capita a ogni portiere, anche se è meglio che non accada, magari fosse successo a un portiere italiano l’avrebbero massacrato di critiche”.

Ma l’errore di Hart è dovuto a che cosa?

“Visto in televisione, secondo me, ha sbagliato il tempo dell’uscita, succede, anche perché non è semplice intervenire quando l’area è affollata, forse sarebbe dovuto restare fra i pali poiché c’era nei paraggi un compagno di squadra, poteva leggere meglio la situazione”.

Hart è la soluzione giusta per accrescere il tasso qualitativo della difesa del Torino?

“Come nome e fama sicuramente, poi bisognerà vedere se anche all’atto pratico sarà così oppure no. Padelli aveva giocato per un periodo bene, infatti, era arrivato anche in Nazionale, poi in qualche errore è incappato anche lui. Speriamo per il Torino che Hart si comporti bene nel campionato italiano”.

Quanto tempo avrà bisogno Hart per inserirsi tenuto conto che non parla italiano ed è però il portiere della Nazionale inglese?

“Un po’ di tempo ci vuole e non tanto per la lingua perché basta che dica “lascia”, “mia” e poco oltre, non deve fare chissà quali discorsi. Sicuramente deve abituarsi al nostro calcio e con l’Atalanta avrà influito anche l’emozione. Da fuori è facile giudicare, ma dall’interno è un’altra cosa, non è facile essere impeccabili alla prima partita, ripeto, l’errore ci sta e comunque è stato anche sfortunato perché se Masiello non avesse segnato in molti avrebbero detto che la sua uscita era buona. Oltretutto Masiello si è trovato senza marcatore e ha potuto centrale lo specchio vuoto della porta da breve distanza”.

Quali consigli può dare a Hart?

“Di stare tranquillo e di non leggere i giornali perché in Italia non è come in Inghilterra e se facesse un altro errore la critica inizierebbe a massacrarlo, in Inghilterra finita la gara si pensa ad altro in Italia si va avanti per una settimana a parlare. Hart deve essere forte caratterialmente a sopportare le critiche”.

Non sapendo l’italiano difficilmente riuscirà a leggere i giornali e questo può aiutarlo.

“Sì, ma se si fa tradurre gli articoli c’è anche il rischio che sia peggio se la traduzione è approssimativa”.

L’intesa con i compagni migliorerà allenamento dopo allenamento, ma per domenica con l’Empoli sarà già sufficiente per non incappare in svarioni?

“Un po’ di tempo bisogna concederglielo perché il modo di giocare in Italia è diverso, ci vorrà un mesetto in modo che trovi maggiore tranquillità e sicurezza e capisca come si muovono i compagni. Due settimane sono poche per sistemare tutte le situazioni”.

Il Torino che ha perso con il Milan sfiorando il pareggio, vinto in scioltezza con il Bologna e di nuovo perso con l’Atalanta che impressione le ha fatto?

“Sono fiducioso perché con l’Atalanta il Torino è stato anche sfortunato e non dimentichiamo che gli mancavano giocatori importanti, sono tutti bravi ma quando ci sono i titolari è meglio. Mihajlovic è un grande allenatore ed è giusto per il Toro lo stimo tantissimo perché è uno di poche chiacchiere e tanto lavoro e, come dicevo, incarna lo spirito del Toro”.

L’obiettivo di Mihajlovic di puntare all’Europa è sempre valido?

“Difficile dirlo, ma Mihajlovic conosce l’organico e vede tutti i giorni i giocatori quindi è il più indicato a giudicare le potenzialità della squadra. Non è un allenatore che parla a vanvera, quindi, se dice così ha le sue buone ragioni e ci crede, non parlerebbe in questi termini correndo il rischio che le parole si ritorcano contro di lui. L’anno scorso a quest’epoca in quanti avrebbero puntato sul Sassuolo in Europa? E invece non solo ci è andato, ma per poco non finiva anche in Champions”.

I tifosi del Toro possono stare tranquilli?

“Eh, i tifosi se si vince sono tutti euforici, ma se si perde si deprimono, devono imparare l’aplomb dal loro portiere inglese, ma dubito che in Maratona ci siano tifosi con l’aplomb inglese (ride, ndr)”.

Parlando di lei e del Roncello, che obiettivi avete per la stagione?

“Nessuno in particolare, ci divertiamo e passiamo un po’ di tempo e fare qualche mangiata insieme, la squadra è formata da ragazzi della zona ed io ormai sono in pensione”.