Carlo Nesti a Radio Vaticana: “Ma perché la Roma drammatizza?”

Altri temi – Manenti in manette – La Doyen ci porta... a “fondo”.
24.03.2015 10:54 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Carlo Nesti a Radio Vaticana: “Ma perché la Roma drammatizza?”
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Gli sbalzi di umore della Roma

 

“Mi perdonino i tifosi giallorossi, - dice Carlo Nesti, al Direttore della Radio Vaticana Italia Luca Collodi, nella rubrica “Non solo sport” del lunedì, alle 12,35 - ma quanto sta accadendo a Roma è veramente esagerato. La Juventus, che sta dominando in campo nazionale, aveva ottenuto, nel 2010-2011, un umiliante settimo posto, con Marotta e Paratici registi del mercato. C’erano già, in squadra, Buffon, Barzagli, Bonucci e Chiellini, peggior difesa casalinga dell’intero campionato, quando sarebbe stata destinata, pochi mesi dopo, a diventare uno dei reparti più forti del mondo. Domanda: Andrea Agnelli avrebbe dovuto cacciare tutti? Risposta della storia: dal campionato successivo, 4 scudetti vinti di fila. La Roma, nell’estate 2013, veniva dal sesto posto, e dalla finale di Coppa Italia persa contro la Lazio, drammatizzata dai tifosi come la sconfitta in una finale di Champions League. Sabatini ha chiamato Garcia, e la Roma, vendendo Marquinos, Lamela e Osvaldo, incassando 75 milioni, e spendendoli bene, è diventata una squadra spettacolosa, in grado di contrastare lo scudetto alla Juventus. Ora, con la Roma seconda, solo perché è incorsa in una stagione sfortunata, straricca di infortuni, società e squadra dovrebbero essere smantellate? A me pare che nella capitale sia molto facile, in politica, come nel calcio, perdere il senso della misura, e in questo tutti dovrebbero imparare sempre, in ogni espressione della vita, dall’equilibrio appassionato del nostro Papa Francesco”.

 

 

Parma: Manenti in manette

 

“E’ spuntata l’ombra della ‘ndrangheta, sullo sfondo dell’inchiesta, che ha portato all’arresto del Presidente del Parma Giampiero Manenti, accusato dalla Procura di Roma di reimpiego di capitali illeciti. Nascono 2 interrogativi, che si porrebbero anche i bambini delle scuole elementari. Primo: a monte di tutto, come è possibile che il Parma, senza il permesso Uefa di iscrizione alla Europa League, sia stato ammesso al campionato nazionale, quando il calcio italiano si vanta di avere, nella Covisoc, un organismo di controllo unico in Europa? Secondo: a valle di tutto, come è possibile che questo Manenti abbia infestato, quotidianamente, le cronache sportive, quando tutti sapevano chi era, cosa aveva fatto, e cosa stava facendo? Perché la magistratura è intervenuta solo adesso, su pressione dei media, con una perdita di tempo enorme, nel tentativo di salvare il club? Ma siamo noi giornalisti, o qualcun altro, che deve indagare in questo paese? Devono sempre muoversi i TG-GR, i quotidiani, “Striscia la notizia”, o “Chi l’ha visto?” perché chi di dovere si accorga di realtà lapalissiane? Sinceramente, ancora una volta, c’è da restare sbigottiti”.


 

Un fondo di investimenti dietro a Mr Bee

“La Doyen è il fantasma, che si muove dietro a Mr Bee, probabile acquirente di una parte del pacchetto azionario del Milan. E' un fondo globale di investimento, nato in Brasile, e con sedi europee a Londra e Istanbul. Lo scopo è "garantire una fonte alternativa per il finanziamento dei club calcistici", come si legge nel sito ufficiale. Come? Sponsorizzazioni , oppure intermediazioni nella compravendita di giocatori, finanziando l'acquisto, e trattenendo per sé una parte del cartellino. L'elenco dei giocatori controllati dalla Doyen è lungo: da Radamel Falcao a Felipe Anderson, la nuova stella della Lazio. La posizione ufficiale dell'Uefa, e la Fifa è d’accordo, è per il bando assoluto. Il sospetto è che sia un modo per aggirare le regole del fair play finanziario, secondo cui i club devono spendere, in proporzione a quanto guadagnano. Poi, c'è il timore che gli interessi dei fondi possano contaminare la regolarità sportiva delle competizioni. Se un fondo ha giocatori in più squadre, chi garantisce che non scattino conflitti di interesse? Infine, c'è la stabilità del mercato. I fondi guadagnano spostando i calciatori, e questo non garantisce continuità progettuale alle squadre. Tutto ciò, oltre alla valutazione che sia "poco etico" come un ente economico abbia i diritti su un essere umano, perché è una sorta di schiavitù moderna”.

 

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