Senza plusvalenze sarebbe un Toro da Champions

16.02.2017 09:32 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Senza plusvalenze sarebbe un Toro da Champions
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© foto di Federico Gaetano

Urbano Cairo vuole l'Europa e magari, tra qualche anno, la Champions League. A parole tutto sembra facile, ma i fatti contraddicono il presidente granata. In sintesi, il bilancio è buono, ma la squadra si indebolisce ogni anno per via delle cessioni eccellenti. E siamo pronti a contarne altre, dalla difficile permanenza di Joe Hart, alla possibile cessione di Belotti, che frutterà alle casse di Cairo davvero tanti soldoni, da rifare la squadra dalla porta all'attacco. Ma questi soldi come saranno impegnati? I tifosi stanno fremendo perchè le lacune evidenti che ci sono, dopo i recenti addii di Peres, Glik e Maksimovic non sono state colmate. E' vero che è stato acquistato Ljajic a 8,5 milioni e mezzo dalla Roma e a gennaio Falque per circa sei milioni, ma non basta. E' stato fin da subito evidente che Ajeti prima e Carlao dopo non potevano essere i reali sostituti di Glik e Maksimovic. Se hai forti ambizioni devi spendere, non devi cercare giocatori ai margini dei grandi club, devi portare via degli elementi importanti alle squadre forti, per costruirne una vincente. I tifosi, quelli che vanno in trasferta, si abbonano alla pay-tv, seguono la squadra quotidianamente, fanno parte di qualche club, ma non hanno voce nel posto che conta in Maratona, si sono stufati di vivacchiare, perchè le ambizioni le hanno pure loro, mica solo Cairo. Manager dell'anno, vincitore del premio fair play, editore più importante italiano, tutto vero, tutto bello, ma il Toro, il tramite che gli ha permesso di crescere nel panorama economico-finanziario italiano, finora di questi grandi successi non ne ha usufruito.

Ci sono voluti i club di Emilia Romagna e Marche, l'intervista di Leo Junior, a svegliare l'intorpidimento di un ambiente assai assuefatto a vivere nel limbo. 

Se sommiamo tutte le cessioni eccellenti, partendo da D'Ambrosio, passando per Ogbonna e, a seguire, Darmian, Immobile, Glik, Maksimovic, Peres, mettiamoci anche Cerci, con l'ossatura della squadra attuale, sarebbe stato davvero un Torino da Champions League.

In questo frangente non c'è nulla da fare, bisogna proseguire fino al termine della stagione, senza dare colpe alla squadra o al mister, ma Cairo deve dare risposte, non a parole, ma concrete. Con le plusvalenze deve comprare giocatori di valore, tenendo quelli buoni che ha. Torino può supportare due squadre vincenti, i derby saranno più belli e potranno attirare attenzione da tutto il mondo. E poi, sarebbe il caso di non pagare un canone d'affitto per allenarsi al Filadelfia, perchè il Fila dovrebbe diventare una struttura di proprietà del Torino, così lo stadio Grande Torino. Altrimenti si ha la sensazione che Cairo sia di passaggio come i suoi giocatori, anche se ormai sono passati oltre dodici anni dal suo insediamento. Dunque è d'uopo chiedersi, cosa faremo da grandi?