Quagliarella: “Sono tornato alle origini e sarò pronto per quando conterà”

22.07.2014 14:19 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Quagliarella: “Sono tornato alle origini e sarò pronto per quando conterà”
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

L’attaccante ha specificato i motivi dell’addio nel 2005 e il suo ritorno in granata. Quagliarella dice che è lui a doversi adattare al gruppo e che rispetto al suo passato alla Juventus è sereno.  Fabio ha come obiettivo di far gioire il più possibile i tifosi.

 

Dopo nove anni è tornato al Toro, quali sono le prime sensazioni?

“Molto positive, è un ritorno alle origini. Al Toro sono cresciuto calcisticamente e anche come uomo, arrivai a tredici anni e questi colori li conosco molto bene”.

 

Ha fatto esperienza altrove e ora è qui per prendere per mano la squadra e portarla il più avanti possibile in Europa, in campionato e in Coppa Italia. Una responsabilità?

“Non devo prendere per mano nessuno, qui c’è un gruppo bello affiatato e che ha fatto non bene, ma benissimo l’anno scorso, quindi sono io che mi devo inserire e mettermi a disposizione dei compagni. Posso portare sicuramente esperienza, è poco ma sicuro. Il mio obiettivo è entrare in questo gruppo adattandomi”.

 

Nel 2005 dopo il fallimento della società lasciò il Torino, perché?

“lo sanno bene tutti, rimasi in attesa di una telefonata per tornare al Torino, ma c’era un …. caos (ha usato un termine che inizia sempre con la lettera “c” però più colorito, ndr) e allora dopo quindici giorni se non di più, se non ricordo male, arrivò la chiamata dell’Udinese che mi voleva, non è stata assolutamente una scelta mia”.

 

Siparietto: Nocerino si affaccia nella saletta dell’hotel che ospita il Torino e dove si sta svolgendo la conferenza stampa e dice a Quagliarella “Fabio, in italiano eh!” (riferendosi al fatto che il compagno è di origini campane e che in squadra ci sono altri suoi conterranei e fra loro, alle volte, parlano in dialetto, ndr). Risate generali.

 

Tornando indietro oggi rifarebbe lo stesso tipo di scelta?

“Non fu una mia scelta quella di andare via, detto così sembrerebbe una cosa diversa, ma è giusto mettere dei punti fermi altrimenti sembra che allora volli andare via. No. Ripeto, la mia carriera è stata così, io sono molto fatalista, forse era destino che andasse così. In quel periodo mi dispiacque tantissimo, eravamo tornati in serie A e poi ci siamo ritrovati in sette-otto all’improvviso senza squadra. Non è stato facile. Eravamo un settore giovanile molto importante, intatti, tanti di noi hanno giocato e giocano in serie A”.

 

Adesso, quindi, si è chiuso il cerchio? Nella scelta di tornare ha pesato il fatto di provenire dal vivaio granata poiché c’erano anche altri club che la cercavano?

“Ha pesato tanto perché conosco già l’ambiente, so perfettamente quello che vogliono i tifosi, conosco tutto. Questo è il mio undicesimo anno nella città di Torino, è la mia seconda casa”.

 

Lei non è il primo giocatore che passa dalla Juventus al Torino, non è più un tabù il suo trascorso in bianconero?

“Io ringrazio per i quattro anni trascorsi alla Juve, non li dimentico e non li posso cancellare, lì ho vinto e sono stati quattro anni stupendi, ma ora faccio parte del Toro e il mio obiettivo è fare gioire i tifosi il più possibile. Capisco benissimo la rivalità fra le due tifoserie, però io faccio il professionista come d’altronde ho sempre fatto, e mi ha contraddistinto in questi anni il lavoro e l’impegno che ho sempre mostrato in campo. Sono molto molto sereno”.

 

Come procede il suo inserimento nel gruppo e come sta trovando il lavoro quotidiano?

“Il lavoro è bello duro, ma anche alla Juventus da questo punto di vista erano stati tre anni belli intensi. E’ giusto lavorare sodo perché se non s’immette benzina nel motore … considerando il fatto di giocare ogni tre-quattro giorni, speriamo (fa gli scongiuri, ndr) da napoletano devo farli (ride, ndr). Adesso la cosa più importante come dicono i preparatori atletici e il mister è di accumulare benzina nel motore ”.

 

Lei si sente già in forma?

“No, sono arrivato da tre giorni. Dico sempre che essere in forma a luglio non è il massimo, preferisco esserlo quando le partite inizieranno a contare”.