Meglio a pezzi che a strisce

28.11.2014 10:13 di Matteo Maero Twitter:    vedi letture
Fonte: Stefano Gurlino per TorinoGranata
Meglio a pezzi che a strisce
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© foto di Alessio Bert

Niente panico amici. Questo periodo misero di gioie non è altro che una semplice tattica per arrivare alla sfida di Domenica nel pieno delle nostre forze.

Tutto torna. I nostri spietati avversari sapranno di affrontare una squadra già bollita e quindi giocheranno con assoluta superficialità in modo da permettere ai nostri di prendere campo e siglare la vittoria più clamorosa dell’era Cairo. Semplice. Basta solo più definire i marcatori. C’è chi sognante si augura il solito gol dell’ex, ma io rischio di più: voglio e pretendo il gol di un giovane, possibilmente cresciuto nel vivaio e quindi a Pane e Toro, che mimi il gesto della Zebra (qual è?) in modo da vendicare tutti noi da quel terribile gesto di Maresca di dodici anni fa. Chiedo e sogno troppo? Esageratamente sì.

Tutte le testate giornalistiche del Mondo Toro non fanno altro (e fanno bene, specie per i più piccoli) a navigare tra i ricordi di quei Derby che a raccontarli suscitano brividi ed emozioni. Dovrebbero anche leggere la storia i giocatori, che non segnano alla G​œba dai tempi di Prodi. In quel Toro mica giocavano Pelè e Maradona, ma Bucci, Fattori, Lucarelli e Marco Ferrante, quest'ultimo storico bomber tra retrocessioni e spareggi persi.


Il granatismo è una questione di cuore e nel bene o nel male ha sempre detto la sua. L’allenatore di quel famoso ultimo derby (si, quello di Cauet, ma basta nominarlo) era Camolese, figlio primo del Filadelfia e di mille altre sventure. Eppure perché noi, tifosi dal cuore bambino, tendiamo a ricordarci chi è stato granata soprattutto dalla panchina, da chi tira su la sedia contro la sfortuna, da chi è stato il fondatore del Tremendismo?


Ecco perché Ventura, maestro di calcio ma non di cuore, non raggiungerà un possibile miracolo. Il destino balordo si è interrotto a quel punto li e da li vuole ripartire. Da chi, tutto sommato, è “sfortunatamente” granata. Per la maglia è il motto di chi andrà allo Stadium di Cascina Continassa e chi si dannerà davanti la televisione. Tuttavia, detto tra noi, figli dei racconti del passato, è sempre meglio essere a pezzi che a strisce.