I tifosi del Toro, un bene prezioso

16.01.2015 12:18 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata twitter @ flavio_bacile
I tifosi del Toro, un bene prezioso
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

I fischi indubbiamente fanno male, ma parlare di ambiente particolare è cosa ben diversa, perché i tifosi del Toro non solo sono un bene assoluto per questa squadra, ma rappresentano il futuro di questa società, allenatori, giocatori e presidente vanno e vengono, loro restano. Fischi non certamente premeditati, se s’intende programmati a tavolino, anche perché, provengono da gente che in questi ultimi trent’anni di bocconi amari ne ha ingoiati troppi, ben oltre la soglia della normale tollerabilità. Sicuramente è qualcosa di diverso, ognuno può farsi una propria idea, ma il malcontento non si genera dal nulla, non nasce dalla programmazione e dalle idee chiare per il futuro.

Non certamente la figuraccia contro la Lazio, poteva richiamare applausi a scena aperta, Pioli schierava in campo due o tre titolari, per essere più precisi, il Toro qualcuno in più, eppure il divario è apparso talmente evidente, che è anche difficile parlarne serenamente.

Che poi durante la partita si sia contestato questo o quello, è un dettaglio, che certamente non ha influito sullo svolgimento della partita, piuttosto mi sembra che si voglia ignorare il motivo della contestazione, forse, per comodità, oppure per pigrizia, o per altro ancora.

La gente del Toro ama questa squadra anche troppo, questo è un male, perché il cuore raramente viaggia parallelamente con la ragione, e se si disserta sul come, sul quando e sul perché, questo sia il Toro, io per primo non riesco a trovare una ragione. I tifosi non fanno, e non devono fare il mercato di una società, ma vedono e giudicano secondo coscienza, e non parlo di risultati, sarebbe troppo facile, ascoltano, memorizzano, sognano e sperano. È arrivato Maxi Lopez, con l’augurio che diventi in granata il capocannoniere del campionato, restano, e questa è solo statistica, 61 partite e 8 gol in tre anni, meglio di Larrondo e Barreto, guardando sempre la statistica, è ovvio, peggio di Amauri, per dirla tutta.

Ma non voglio parlare di mercato, non è questo lo spazio giusto, anche perché si parla di tifosi ed ambiente.

I fischi purtroppo sono il risultato di quanto fatto in questi ultimi mesi, e non parlo dei giocatori che attualmente vestono in granata, ma si è passati in pochi mesi, da una squadra che aveva tutte le carte per crescere, e parlo anche di stabilità finanziaria, ad una, che a Cesena, si giocherà il primo spareggio salvezza, senza che siano ancora arrivati quei rinforzi che qualcuno aveva promesso.

Nocerino è andato al Parma, Sanchez Mino probabilmente partirà, Gaston Silva non gioca mai e dovrebbe andare in prestito da qualche parte, Masiello difficilmente supererà le sei presenze della passata stagione, Ruben Perez torna, forse, alla casa madre dopo solo 118 minuti in granata, Amauri a questo punto diventa il quarto attaccante.

Se la società, smentisce le sue stesse scelte estive, perché ci si meraviglia che il popolo granata possa fischiare e contestare? Tornando ai fischi della partita di coppa Italia, non è invece illogico che il Toro si ritrovi costretto a schierare a centrocampo un difensore come Jansson, senza le limitazioni della lista Uefa, che già avevano costretto la squadra piemontese a schierare un altro difensore a centrocampo.

Tutto questo che senso ha? Quale è il senso logico, e non entro nel campo tecnico, di spendere 22 milioni per portare in granata undici/dodici giocatori, cioè metà squadra, lasciare una voragine in attacco, e non spendere anche meno per quattro o cinque rinforzi veri, andando magari a coprire alcuni ruoli chiave.

I tifosi vedono e giudicano anche questo, perché se non esiste più, posto che sia mai esistito, il presidente “stupidotto” che rischia la bancarotta, non esistono più i tifosi, posto che anche questi siano esistiti, cui basta un nome, una figurina, un totem, per fare festa ed ubriacarsi.

Quanto al tifoso del Toro, resta speciale, forse è un tantino stufo di soffrire sempre ed incondizionatamente, ed a Cairo non ha mai chiesto la luna, certamente è stato il primo a capire che senza Cerci ed Immobile sarebbe stata dura, anche perché per crescere e migliorare, anche con quei due l’attacco andava migliorato nelle seconde linee, non è stato fatto, anzi è vero il contrario.

Quanto ai fischi contro il Verona, cioè, la terza partita senza gol, ma anche quasi senza occasioni da rete, la prima dopo la pessima prestazione di Genova contro la Sampdoria, non so se erano meritati, di certo possiamo considerarli una sorta di preveggenza, ed anticipavano il malessere generale che ora è realmente presente. Diciotto partite, quattro vittorie, sette pareggi, sette sconfitte, 4 punti in più del Cagliari terzultimo, tredici gol fatti, diciannove subiti, fuori dalla coppa Italia, avanti in Europa.

Sarà mica colpa dei tifosi?