I sessant'anni di Giancarlo Antognoni, granata mancato

01.04.2014 16:22 di Marina Beccuti   vedi letture
I sessant'anni di Giancarlo Antognoni, granata mancato
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© foto di foto Federico De Luca

La storia calcistica di Giancarlo Antognoni può prendere a prestito il titolo di un noto film "Sliding doors", perchè sicuramente la sua vita sarebbe cambiata a seconda fosse stata la sua scelta. Quel ragazzino gracile ma talentuoso che l'allora Asti Macobi aveva portato in Piemonte, strappandolo alle colline umbre, era stato promesso al Torino dal presidente dell'Asti Bruno Cavallo, che allo stesso era anche vice presidente del Torino ai tempi di Pianelli. Ma il ragazzo che giocava guardando le stelle, finì alla Fiorentina. Ci fu grande bagarre al Toro per quel giramento di spalle da parte di un loro dirigente, che si è sempre dichiarato tifosissimo granata, ma che in quel momento, a quanto pare, guardò più alle tasche che al cuore. Anni dopo, avendo avuto l'opportunità di collaborare con Cavallo e poi di parlare con Antonio, venne fuori la realtà dei fatti, ovvero che il giocatore scelse Firenze per essere più vicino a casa. Ma l'affronto il Torino se lo legò al dito e Cavallo all'epoca non poteva mettere nemmeno più piede in biglietteria per comprarsi il biglietto delle partite del Torino, che comunque seguiva sempre.

Antognoni alla Fiorentina divenne un principe anche se non vinse nulla. La sua carriera fu anche sfortunata, ma il talento rimase puro, anche dopo aver attaccato gli scarpini al chiodo, perchè portò in maglia viola, da dirigente, fior di campioni, tra i quali Manuel Rui Costa, una delle sue scommesse personali (aveva scoperto Thuram e Nedved, ma Cecchi Gori non tirò fuori i soldi per comprarli, ndr).

Anni dopo, a seguito del fallimento della società viola, Antognoni visse (e vive ancora) anni tormentati per essere stato abbandonato dalla famiglia Della Valle, mai più rientrato in società nonostante il suo desiderio e le sue competenze. Durante un'intervista dove venne fuori tutta la sua amarezza, Antognoni accennò al fatto che, se avesse aperto la porta granata avrebbe potuto almeno vincere l'ultimo scudetto del Torino, quello del '75/'76. Parlò bene del Toro e di Cairo, aprendo al fatto che gli sarebbe piaciuto vivere un'esperienza in quella squadra e in quella città alla quale era destinato da ragazzino, ma che un dirigente decise di fargli cambiare itinerario.

Antognoni ha avuto tanta sfortuna nella sua carriera calcistica, due gravi infortuni e un infarto, di cui soffrì per magone, a causa di non essere stato richiamato dalla sua amata Fiorentina. Uno da Toro, certamente, anche se la Fiorentina più o meno segue le disgrazie granata, se consideriamo che entrambe le società hanno vissuto un drammatico fallimento a poca distanza una dall'altra.

Oggi Antonio compie sessant'anni, e vogliamo ricordarlo così, bello e solare con quel suo spettacolare dieci sulle spalle, uno dei migliori trequartisti o fantasisti, come vogliamo chiamarli, italiani di ogni epoca, che incantava mentre toccava la palla e guardava le stelle. Auguri Giancarlo, granata mancato ma che almeno non ha mai vestito una maglia a strisce. Sempre e ovunque a testa alta.