Federsupporter, la vicenda dei diritti televisivi: “Heri dicebamus” e “Meglio tardi che mai”

13.10.2015 11:28 di Marina Beccuti Twitter:    vedi letture
Federsupporter, la vicenda dei diritti televisivi: “Heri dicebamus” e “Meglio tardi che mai”

Ieri, la nota trasmissione televisiva “Report”, condotta dalla giornalista Milena Gabanelli, andata in onda su Rai 3, si è diffusamente occupata della complessa vicenda relativa alla commercializzazione dei diritti televisivi concernenti le gare di calcio.

Il servizio, visibile integralmente su www.report.rai.it, riprende argomenti e considerazioni già da tempo sviluppati da Federsupporter, come dalla ripubblicazione della sottostante Nota in calce, consultabili sul sito www.federsupporter.it.

Peraltro, è sufficiente leggere il sotto trascritto articolo pubblicato sul predetto sito www.report.rai.it per comprendere come il servizio andato in onda potrebbe essere agevolmente attribuito alla stessa Federsupporter.

“Lo scorso giugno il tribunale di Roma ha messo sotto inchiesta alcuni dirigenti di Rai, Mediaset, La7 e Infront. L'indagine ruota intorno all'imprenditore David Biancifiori che secondo i magistrati otteneva appalti in cambio di soldi e assunzioni. Sotto osservazione è l'edizione di Sanremo del 2013. In Rai pesa anche l’inchiesta giudiziaria su mafia capitale: Giuseppe Ietto era considerato un prestanome del boss Massimo Carminati e gestiva i bar Rai di Roma e Torino. La Rai stessa ha accertato altre vistose irregolarità in molte altre gare d'appalto. Quali responsabilità emergono dalle inchieste interne della Rai? Infront è la società advisor della Lega di serie A per i diritti televisivi. Biancifiori curava per loro la regia delle partite di calcio a San Siro. Anche alcuni dirigenti Infront avrebbero preso soldi in cambio di appalti. La storia di Infront inizia nel 2001, quando Sepp Blatter, il plenipotenziario della Fifa ora travolto da indagini americane e svizzere, decise di liberarsi della società che fino ad allora si era occupata dei diritti tv dei mondiali di calcio, passandoli proprio a Infront. Oggi, Infront è in mano a una multinazionale cinese ed è guidata dal nipote di Blatter, Philippe. La filiale italiana di Infront ha attualmente in mano il calcio italiano: è Advisor della Lega Calcio per la commercializzazione di tutti i diritti media nazionali ed internazionali dei campionati italiani di calcio di Serie A e B, Coppa Italia, Supercoppa Italiana e Campionato Italiano Primavera. L'anno scorso si è tenuta la gara per l'assegnazione dei diritti triennali della serie A. L'Autorità Antitrust ha aperto un'istruttoria per accertare se l'accordo finale ha leso la concorrenza e la procura di Milano sta indagando per ostacolo alla vigilanza”. - See more at: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-7a6e3c06-ba3b-41c9-8a89-ea46a26c52f8.html#sthash.GHL31OGD.dpuf.

 

Della questione si occupa anche un articolo, a firma di Marco Iaria, a pag. 21 de “La Gazzetta dello Sport” di oggi, 12 ottobre.

Resta soltanto da dire, con rammarico, in ordine alla vicenda in oggetto, “Heri dicebamus” e “Meglio tardi che mai”.

Diritti Tv: indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano

 

(Avv. Massimo Rossetti, Responsabile dell’Area Giuridico – Legale)

 

In un articolo apparso su “La Repubblica” del 26 settembre scorso, a firma di Marco Mensurati ed Emilio Randacio, si da notizia che la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano avrebbe aperto un’indagine relativa alla attribuzione e spartizione dei diritti tv sulle partite di calcio concernenti i Campionati di Serie A del triennio 2015 – 2018.

L’indagine, secondo quanto riportato dal suddetto articolo, avrebbe preso le mosse dall’istruttoria avviata il 13 maggio scorso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCOM): istruttoria che ipotizzava un’intesa restrittiva della concorrenza intervenuta tra Sky, Mediaset, Lega Calcio e Infront.

Ciò premesso, si tratta di materia e argomenti di cui Federsupporter aveva avuto modo di occuparsi sin dal giugno 2011.

Al riguardo si rinvia al dettaglio cronologico delle Note redatte dall’Avv. Rossetti sul problema, consultabili sul sito www.federsupporter.it.

In particolare, l’attenzione veniva richiamata nel 2013, allorchè l’allora Presidente dell’AGCOM, Giovanni Pitruzzella, aveva inviato al Parlamento una nota critica circa i criteri di ripartizione dei diritti tv derivanti dall’applicazione della cosiddetta “Legge Melandri” (Decreto Legislativo 9 gennaio 2008, n. 9).

Con riferimento a tale nota evidenziavo come fosse stata sottolineata l’esigenza di modificare le norme in vigore nel senso di dare vita a un meccanismo che premiasse il merito, cioè i risultati sportivi conseguiti, piuttosto che incoraggiare e premiare le rendite di posizione costituite dai bacini di utenza e dai risultati sportivi storicamente conseguiti nel tempo.

Nella nota, inoltre, si sottolineava la necessità di dare maggior peso agli interessi del tifoso – consumatore, essendo la normativa Melandri troppo sbilanciata a favore della tutela degli interessi delle società sportive e delle pay tv.

A tutt’oggi, evidentemente, nè i Governi nè il Parlamento hanno tenuto alcun conto di quanto suggerito dall’AGCOM.

Successivamente, con riferimento agli esiti dell’aggiudicazione dei diritti audiovisivi concernenti le partite della Serie A per il triennio 2015 – 2018,  in una nota del 7 luglio 2014 intitolata “Diritti Tv: “Legge Melandri” o “Legge Malandrina” ?”, , nel più ampio contesto delle criticità e degli aspetti relativi a tale Legge, rilevavo come la suddetta aggiudicazione non si fosse svolta nel rispetto del principio di competitività delle procedure per l’aggiudicazione stessa, secondo quanto stabilito all’art. 6 delle Linee Guida della Legge, bensì come essa fosse stata frutto di un sostanziale patto spartitorio intervenuto ex post e indipendentemente rispetto agli esiti di tali procedure.

In particolare, mettevo in luce il ruolo, sempre a mio avviso, anomalo di Infront.

Più precisamente, appariva, come appare, generica ed ambigua la definizione di Infront quale “advisor”, posto che il ruolo e le funzioni in concreto svolte da Infront, nell’ambito delle operazioni per l’aggiudicazione dei diritti tv relativi al triennio 2015 – 2018, fossero stati quelli di vera e propria intermediazione.

Quest’ultima vietata dal Decreto Legislativo n. 9/2008 che, per l’appunto, proibisce il collegamento degli organizzatori degli eventi sportivi, vale a dire le società, con soggetti intermediari.

Risultava e risulta, viceversa, che Infront avesse avuto e abbia rapporti commerciali con non poche società di calcio e che, addirittura, secondo quanto riportato nell’articolo su “La Repubblica”, essa  sarebbe partecipe di quote di alcune di tali società, tra le quali vengono indicate il Bari, il Brescia e il Parma.

Rilevavo, altresì, che, ai fini dell’aggiudicazione dei diritti tv, non vi era e non vi è, in realtà, nulla da consigliare o da intermediare, non sussistendo un sostanziale mercato in ordine a tali diritti, dovendosi intendere per “mercato” l’esistenza di una pluralità di venditori di un bene e di un servizio, in concorrenza tra loro, nonché l’esistenza di una pluralità di potenziali acquirenti di tale bene o servizio, pure in concorrenza tra loro, poiché vi è, da un lato, un venditore monopolista (la Lega Calcio) e, dall’altro, vi sono acquirenti duopolistici (Sky e Mediaset).

Nessuna meraviglia, dunque, che la materia dell’aggiudicazione dei diritti tv e il ruolo in essa svolto dai protagonisti di tale aggiudicazione abbia suscitato, per così dire, l’attenzione e l’interesse, non solo dell’AGCOM, ma, a quanto pare, anche della Magistratura Penale.

D’altronde, non è un caso che il dr. Raffaele Cantone, attuale Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, nel suo libro “Football Clan”, Rizzoli Editore, 2012, avesse osservato che il sistema calcio “E’ oggi succube dei diritti televisivi che condizionano i bilanci in maniera sproporzionata…Le altre stelle europee non dipendono dalla televisione, che rappresenta una voce importante nei conti ma comunque minoritaria rispetto alla capacità di fare impresa…I  diritti televisivi arrivano di stagione in stagione: stimolano l’abitudine a navigare a vista, con programmi sul breve periodo…I criteri per la suddivisione tra società sono alquanto bizantini…In questa equazione oscura il peso delle prestazioni è bassissimo:  solo un quinto dei fondi viene ripartito in base alla classifica degli ultimi campionati…Questo affare è interamente gestito dalla Lega Nazionale Professionisti, più spesso chiamata Lega Calcio, una sorta di autogoverno del pallone diverso dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio, ma molto più potente perché organizza i tornei e domina la risorsa principale” (pagg. 270 – 271).

 

Avv. Massimo Rossetti