Carlo Nesti: "Dal Toro al toro: 3 gol, dopo 7 gare interne, mai successo nella storia !"

24.11.2014 11:12 di Marina Beccuti   vedi letture
Carlo Nesti: "Dal Toro al toro: 3 gol, dopo 7 gare interne, mai successo nella storia !"
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Era il "TORO". Ora è il "toro". La scomparsa delle lettere maiuscole dice tutto: non era mai successo, nella storia, che i granata segnassero appena 3 gol, dopo 7 partite interne (statistiche di Massimo Fiandrino).

Non avrei più voluto guardarmi indietro, ma come non farlo?

Il "peccato originale" resta estivo, perché Cerci e Immobile non erano 2 campioni qualunque. Con una buona difesa, e una rosa media, davi loro la palla, e nascevano gioco, occasioni e reti (45 in 2).

Qualunque allenatore sarebbe stato chiamato ai miracoli messianici, con mezza squadra da rifare. Sì, perché quei 2 valevano l'intera fase offensiva.

Il secondo "peccato... poco originale" è stato avere a disposizione 50 miliardi di vecchie lire (dato da fonte stra-certa), e non spenderne nemmeno le briciole in alternative, degne dei partenti.

Attivo di mercato: circa 5 milioni. Entrate in diritti televisivi, e previsioni di incassi generali: circa 45 milioni. Uscite in ingaggi: circa 25 milioni. Rimanenza: circa 25 milioni.

Cairo, dunque, ha le risorse, senza attingere dal suo portafogli. Provveda da gennaio, come già promesso, perché la Serie B deve restare un brutto ricordo, e basta.

La realtà, che si è venuta definendo, prima con qualche illusione, e poi con troppe delusioni, è semplice: attorno a Quagliarella (classe 1983, e non un ragazzino, con 7 gol, dei quali 4 in Serie A, e 3 in Europa League), c’è il deserto.

Inutile avere 2 bravi portieri, se la difesa non è più insuperabile (oltre una rete incassata per ogni giornata di campionato), o lo è solo in Europa (2 gol incassati in 7 partite).

Inutile avere pescato discreti stranieri, se il loro salto di qualità, non trascinati dalla crescita della squadra, non arriva mai: Sanchez Mino su tutti.

Inutile avere un’unica punta pesante, Amauri (classe 1980), logora, ma ancora combattiva, e ibernarla in panchina, proprio quando, dopo ben 158 giorni, bene o male, si è sbloccata.

Ventura si è trovato dinanzi un’opera di ricostruzione, che avrebbe sfiancato chiunque, per cui ha le attenuanti del caso.

Io mi sento di consigliare, umilmente, vista l’affidabilità smarrita dalla difesa a 3, il tentativo di passare a 4, se non altro per disporre di più possibilità in avanti, alla ricerca del cross per Amauri, o chi verrà, come spalla di Quagliarella.

4-4-2: si potrebbero vedere, contemporaneamente a destra, Darmian, che a sinistra rende la metà, basso, e Ruben Perez alto.

4-3-3: si potrebbe mettere alla prova Sanchez Mino come esterno sinistro del tridente, visto che nasce laterale mancino, e compie le azioni migliori proprio da quella parte.

4-2-3-1: si potrebbe tentare di schierare El Kaddouri (ottime volate lungo linea contro il Sassuolo)-Quagliarella-Sanchez Mino, alle spalle di Amauri.

Non credo che al Toro, con Gazzi, Vives, Nocerino, Basha quando sarà pronto, e Farnerud arretrato, manchino i giocatori adatti ad alzare una diga, davanti a una coppia centrale difensiva tipo Glik-Moretti.

Nessuno dimentica gli sconcertanti 46 errori arbitrali “contro”, e i 23 errori arbitrali “a favore”, dalla stagione 2012-13, fino a Torino-Sassuolo esclusa.

E nessuno dimentica i 5 rigori all’attivo sbagliati consecutivamente, dei quali 3 in questo torneo.

Ma lo stesso Ventura sa, non essendosi mai aggrappato, con signorilità, a certe attenuanti, che non tutto è spiegabile con la sfortuna, immancabile compagna di viaggio del destino granata.

 

 

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