Fiutato il business sul Filadelfia: tutti pronti a ricostruirlo

A una settimana dalla pubblicazione del bando internazionale per il concorso di idee sono pervenute trentacinque richieste di informazioni, una anche dall'India. Nessuna speculazione sarà tollerata, il progetto dovrà essere fatto anche con il cuore
17.11.2011 12:20 di  Elena Rossin   vedi letture
Fiutato il business sul Filadelfia: tutti pronti a ricostruirlo
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Era fin troppo prevedibile che appena si fosse sbloccata la burocrazia e fosse iniziato l’iter per la ricostruzione del Filadelfia chi è interessato a questo business si sarebbe buttato a capofitto e così è stato. A una settimana dalla pubblicazione del bando internazionale, che scadrà il 10 febbraio 2012 alle ore 12, per il concorso di idee – va ben ben ricordato che il concorso di idee non stabilisce quale sarà il progetto che potrà edificare lo stadio del Grande Torino, ma solo raccoglie appunto le idee per ricostruirlo – sono già pervenute alla Fondazione Filadelfia e al comune di Torino trentacinque richieste di informazioni da parte di studi di architetti, ingegneri e costruttori. Una di queste richieste proviene persino dall’India (come riportato oggi dal quotidiano Tuttosport in un articolo a firma Marco Bonetto) da parte di una multinazionale, la Euclid Infotec Private Ldt, di Mumbai che gestisce opportunità di business e che in Italia è alleata strategicamente con la Kaedra srl, azienda del Nord-Est.

 

Indubbiamente tanto interesse per la ricostruzione del Fila fa ben sperare che i tempi per rivedere lo stadio del Grande Torino non saranno ciclopici; però è altrettanto vero che bisogna tenere gli occhi bene aperti in modo che speculatori con pochi scrupoli non mettano le mani su un patrimonio affettivo e storico quale è il Filadelfia. Patrimonio non solo per i tifosi granata, ma anche per i cittadini di Torino e gli italiani che tributano al Grande Torino il riconoscimento di aver rappresentato a livello sportivo la Nazione in un momento delicato come quello post bellico, incarnando la voglia di ricostruzione e l’orgoglio dell’Italia. E’ doveroso ricordare che al fine di prevenire la speculazione sono stati fissati dei paletti che vincolano quello che sarà il progetto definitivo, ma non abbassare la guardia è sempre meglio. Anche perché in un periodo di grave crisi economica internazionale, come quello attuale, è evidente che un progetto per un centro sportivo che economicamente è stato stimato nell’ordine di 10-12 milioni di euro può far gola a molti.

 

Il presidente e proprietario del Torino Fc Urbano Cairo si è già attivato mettendosi in contatto con l’assessore allo sport del comune di Torino Stefano Gallo per organizzare un incontro con lui e i vertici di Comune, Regione Piemonte, Fondazione Filadelfia e Credito Sportivo per procedere il più spediti possibile verso la ricostruzione del Fila. A partire dal luglio del 1995 iniziò la demolizione della gradinata nord per arrivare al 10 aprile 1988 quando lo stadio del Grande Torino fu raso al suolo. Da allora troppo tempo è passato, ad oggi 5235 giorni, e troppe speculazioni sono state fatte che hanno preso in giro tifosi, cittadini e italiani. Troppi faccendieri senza scrupoli hanno sfruttato il Fila per farsi una facile pubblicità ed avere per un po’ i riflettori puntati addosso; tutto questo scempio non è più tollerato dalle persone oneste: chi vuole ricostruire lo stadio del Grande Torino faccia ovviamente il suo business come è normale, ma si ricordi che ha l’obbligo di usare il cuore nel progettare il nuovo Fila.